

"Quel ch’è di patto non è d’inganno"
Citazione da 'I Malavoglia', di Verga.
Libro che avrei dovuto studiare in V superiore, ma non l'ho fatto. La malavoglia ce l'avevo io, mi annoiava a morte, non mi ricordo nemmeno come ho fatto a passare la verifica.
Quasi 20 anni dopo, ho realizzato la copertina per l'album degli ziocrocifisso, gruppo avant prog scoperto qui, nella mia amata provincia, il cui nome si ispira, appunto, ad un personaggio del libro sopra nominato.
Ignorante sull'argomento, inizialmente credevo ci fosse della blasfemia latente o, almeno, uno sfottò all'istituzione, alle spalle di questo nome. Ho scoperto, invece, con grande sorpresa, la citazione. Mi é venuta quasi voglia di rimettermi a leggerlo.
Comunque.
Meno credo nelle coincidenze più me ne accadono e, a fine marzo, ho partecipato ad un'esperienza sciamanica, il temazcal, nel sud della Spagna. Non avendo idea di cosa fosse, mi è stato proposto ed ho accettato. Dopo un principio di morte momentanea, durato al massimo dieci secondi, che pure lo sciamano mi ha preso per il c*lo, mi sono ritrovata a osservare un enorme falò, per tipo tre ore di fila, mentre alla mia sinistra la notte calava sulla montagna, i grifoni mi giravano sopra la testa e a destra vedevo l'oceano diventare nero. La mente navigava, perdendo la consapevolezza.
Al mio rientro, in Italia e alla vita solita, il lunedì mattina, mi ha scritto D. chiedendomi: 'Ma non è che avresti voglia di fare la copertina per l'album degli ZIO? Abbiamo chi ce lo produce ma abbiamo anche poco tempo (nda: pochissimo, in realtá) e grandi sbatti'.
Io di tempo non ne ho mai, lo sanno un po' tutti. Faccio corsi, cose, bevo le birrette, sono sempre impegnata in mille progetti, alle volte a mio malgrado.
Eppure, quel lunedì ero incredibilmente libera. Mi sono messa a sketchare sul quaderno e la prima immagine che mi é arrivata alla mente è stata una bestia in fiamme, su una barca (alla fine dai, qualcosa del libro l'avevo studiato. Studiavo un casino, al liceo).
Il resto é un paesaggio, che si evolve sfruttando l'orizzontalità del formato aperto del cd, creando un orizzonte, appunto. Abbiamo fatto un paio di aggiustamenti, modificando particolari stranianti, dettagli più specifici.


Il cinghiale é la mia firma, mentre il suo atto é dubbio: ha appiccato il fuoco o ha ne ha rubato una fiamma, come potenza evolutiva? Cosa c'é scritto, sul foglio che tiene in mano? Credo ci sia sopra il ritratto di qualcosa che debba essere custodito e preservarsi assolutamente dalle fiamme.
Intorno succedono cose, c'é una capra gigante, lontana, c'é la 'Provvidenza', ci sono i lupini, che fanno fiori bellissimi e mica lo sapevo.
Concludendo il divagare mio solito, le atmosfere del disco sono belle cupe e spesse, sospese, 'narrano' di stati d'animo o di stati di dissociazione.
Sono evoluzione contemporanea della musica progressive che adoravo quando ero ragazzina, che ascoltavo nella cantina del mio amichetto del cuore. Ho amato da sempre questo genere, che cosí facilmente riusciva a portarmi da un'altra parte, come fa questo disco. Non per forza in una terra spensierata, non si sta bene solo in superficie.
Ora che ho tra le mani anche il cd, vero e proprio, che posso aprire, che mi porta a compiere l'atto fisico dell'inserirlo nel lettore, ascolto lo scorrere della musica, traccia dopo traccia e mi rendo conto di quanto sia meditativo e introspettivo questo momento. Immersione e non semplice tappo per momenti di vuoto, colmati dalla fruizione digitale, per chi ha fame, vuole sempre di più e si accontenta della banalitá della proposta mainstream.
Bell'album, la me bambina sarebbe fiera, sia di me che di loro.
Ok, finito. Ho scritto un'altra digressione lunghissima. Non si scappa, mi piace raccontarmi le storie da me, caro il mio Verga.
Se vuoi più info riguardo alla loro produzione, qui i link, anche per un eventuale (consigliato) acquisto:


Postilla: il logo ZIOCROCIFISSO è stato realizzato dal mio amichetto, Francesco Pirini https://www.francescopirini.net/



“Il cuore si stanca anche lui, vedi; e se ne va a pezzo a pezzo, come le robe vecchie si disfanno nel bucato.”